Pensive teenager play chess during chess competition in chess club. Education, chess and mind games.

Quali consigli per i neofiti?!

Quale è il modo migliore per incoraggiare i primi passi negli scacchi?

Il successo della miniserie Netflix ha portato sicuramente una ventata di interesse per gli scacchi. Si segnalano notevolissimi aumenti nelle vendite di materiale scacchistico e un boom di iscrizioni sulle piattaforme per giocare online, già in crescita per la pandemia. Anche l’iniziativa del quotidiano Il Foglio è un evidente segnale di questa “onda”.

Credo non sia infrequente che chi gioca da tempo si senta fare delle domande su “La regina degli scacchi” e sul gioco, inclusi consigli per imparare e migliorare. Un mio amico è stato interpellato per un ragazzino che aveva già frequentato un paio di anni fa un corso di scacchi, non aveva proseguito a giocare ma ora, dopo aver visto Beth Harmon all’opera, è “gasatissimo”! Il mio amico (che, come tutte le schiappe che si rispettino, ha una sterminata biblioteca scacchistica 🙂 ) gli ha prestato “I fondamenti degli scacchi” di Capablanca.

Vi è capitato qualcosa di analogo? E quali consigli dareste?

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Spesso questo nuovo interesse sarà estemporaneo ma è possibile che chi aveva già una certa propensione per gli scacchi possa soffermarsi un po’ di più. Le scacchiere apparse ovunque durante il match Spassky – Fischer svanirono un paio di mesi dopo ma non pochi si sono appassionati e hanno continuato la loro passeggiata nel mondo degli scacchi. Se si dà una occhiata alle liste FIDE per anno di nascita si nota un notevole incremento dei giocatori nati negli anni cinquanta e sessanta, probabilmente riconducibile all’effetto Fischer.

Quindi, come incoraggiare l’iniziale interesse per gli scacchi?

Me lo chiedo e ve lo chiedo. Uno dei consigli tipici, quello di frequentare un corso e di iscriversi a un circolo è poco praticabile in epoca Covid. Non possiamo che attendere il superamento di questa bufera. Ad onta di un gioco spesso visualizzato come fortemente individuale, l’esperienza relazionale connessa alla pratica degli scacchi è un plus valore importante.

In compenso l’offerta online è aumentata molto, non solo con la possibilità di giocare ma con corsi in diretta veri e propri e con diversi filmati di didattica, di partite analizzate, altro ancora. Sul sito della Federazione si accenna a diversi canali su Twitch e si segnala il corso gratuito di “alfabetizzazione organizzato sul canale twitch della FSI. Le lezioni individuali online sono un consiglio eccellente, forse il migliore, ma non tutti sono disposti da subito ad impegnarsi in modo così rilevante.

Nel campo “online” ho meno conoscenze e anche qui vi chiedo di segnalare le iniziative, i siti che vi sembrano più adatti per i neofiti. Avete visto filmati online che vi sono parsi particolarmente validi e istruttivi? Quali sono le piattaforme per giocare più interessanti per un principiante? 

Ci sono i buoni vecchi libri. Nell’ambito di ottimi testi per iniziare a giocare abbiamo diversi nostri autori, ad esempio i libri di Claudio Negrini, “Lezioni di scacchi” di Zichichi, “Imparo gli scacchi” di Capece, “Scuola di scacchi” di Ponzetto o il “Corso completo di scacchi” di PantaleoniMessa e Benetti. Quale primo libro consigliereste? E quale come secondo? Euwe, Romanovskij, Nimzowitsch, Silman, altri?

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La magnifica panoramica di scacchiere alle Olimpiadi scacchistiche di Torino 2006!

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Un consiglio classico che raramente viene seguito è quello di studiare i finali. “Chi studia le aperture impara a giocare le aperture, chi studia i finali impara a giocare a scacchi.” Verissimo, ma sappiamo come, per le difficoltà incontrate nelle fasi iniziali del gioco, si inizi spesso avventurandosi nelle varianti di apertura. Lo stesso sig. Shaibel dà alla piccola Beth un libro di aperture: non sarei d’accordo!

Un altro consiglio “classico” è: “Si migliora giocando, più si gioca meglio è.” Concordo, ovviamente, ma come consiglio lo trovo un po’ scarno. Le partite che giochiamo, specialmente se a tempo lungo, restano abbastanza impresse, abbiamo considerato varie mosse alternative, abbiamo visualizzato varianti favorevoli o meno, abbiamo commesso errori. Si migliora giocando perché si accumula “memoria scacchistica”, si tratta quindi di ottimizzare l’accumulo di memoria. Fondamentale in questo analizzare le partite che si giocano, comprenderne gli errori. Ovviamente, le partite da noi giocate non sono l’unico modo di accumulare memoria.

Le indicazioni più adatte possono essere diverse se rivolte ad un adulto o a un bambino. Forse un adulto può seguire il consiglio di un buon libro, un bambino desidera sicuramente giocare. Nel caso, incoraggiare partite non brevissime (tempi rapid possono essere già più adatti, 20+10 ad esempio), annotandole e rivedendole, magari con un software? Se si perde, un buon libro per imparare meglio potrebbe diventare più appetibile? L’uso di Stockfish, Fritz & Co andrebbe trattato, il rischio di delegare il “pensiero” al programma si insinua spesso. Anche su tutti questi aspetti una riflessione insieme potrebbe essere interessante.

Nella pratica del gioco aiuta molto una buona visualizzazione tattica. Anche qui: libri, siti, consigli?

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I partecipanti al torneo di Hastings del 1895. Di quel torneo possiamo rivedere tutte le partite, leggere resoconti e dettagli, conoscere gli uomini che lo giocarono, percepire quell’epoca! Una caratteristica degli scacchi semplicemente fantastica!

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Mi piacerebbe arrivare a scrivere per Scacchierando una piccola “guida al mondo degli scacchi”, recependo i contributi di questa chiacchierata. Già i commenti di questo articolo, se articoleremo le nostre opinioni, potrebbero essere uno spunto interessante per chi desidera avvicinarsi agli scacchi.

Dalla pratica del gioco, alla sua storia, alle vite dei grandi giocatori, ai grandi tornei, alle belle partite che rivivono sulle nostre scacchiere, magari a distanza di oltre un secolo, gli scacchi possono essere una magnifica avventura della mente! 

Come favorire l’inizio di questa avventura?

Proviamo a rispondere. C’è un buon motivo per farlo, dato che, come ci conferma Beth, “Gli scacchi possono essere meravigliosi!”

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